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Intervista a Paolo Paltrinieri

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Fondatore della Struttura di Produzione Musicale di Mediaset, ha prodotto circa 30.000 produzioni musicali per la TV, musicista nelle Orchestre sinfoniche come quelle di San Remo, al Teatro della Scala, dal 2002 al 2017 è stato produttore di Cristina D'Avena e Giorgio Vanni.

Paolo Paltrinieri ha risposto ad alcune domande per Testi Sigle Cartoni.

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Nel 2002 diventa il nuovo produttore discografico di Cristina D'Avena, ereditando 21 anni di successi precedenti e dando una svolta al mercato del.settore con nuove collane e nuove voci. Come è nata questa decisione?

La decisione venne presa dal Responsabile della Direzione musica Guido Dall’Oglio, che dopo il commiato di Alessandra Valeri Manera pensò bene di affidarmi la produzione di Cristina.

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I riscontri sono andati benissimo: nonostante l'era del digitale, dello streaming e della pirateria gli album hanno venduto 1 milione di copie e 170 sigle prodotte.

E’ stata una bella impresa. Oltre che produrre sigle di cartoni nuovi ho voluto, di mia iniziativa, rivitalizzare tutto il catalogo delle sigle dei bambini. Fu un lavoro importante. Oltre a servire le esigenze musicali dell’intera Azienda, ebbi la voglia ed il tempo per catalogare, suddividere ed ascoltare i brani  giacenti nei data base aziendali e poi trovare spunti per creare nuove raccolte, nuove linee editoriali, da immettere sul mercato.

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Per 27 anni ha gestito la Struttura di Produzione Musicale di Mediaset, della quale è anche fondatore. Vale a dire un archivio musicale vastissimo. Chi furono i suoi collaboratori storici?

Beh, innanzitutto Guido Dall'Oglio, allora Direttore e fondatore della Direzione Musica, al quale devo tutto. Lui ha creduto in me da subito ed io spero di averlo ripagato in tutti questi anni di proficua collaborazione. Inoltre, come non ricordare Marcello Montecchi, Michele Muti, Andrea Fecchio, Marina Arena, Tony De Padua ed una nutrita serie di consulenti esterni, tra cui voglio ricordare, Ranka Zarkovic, e Claudio Silvestrelli ed un’infinita lista di musicisti.

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Dalla progettazione alla vendita: la scelta dei brani, interpreti, copertina. La cura usata per la produzione di sigle è la stessa per produzioni di altri artisti o, pur essendo una categoria di musica ben specifica, ne ha risentito?

Dobbiamo distinguere: un album di un’artista come Cristina richiedeva notevole cura e costi sicuramente importanti. Parlo di costi di produzione, di promozione, ma anche d’immagine. Per le collezioni "linea budget” l’attenzione era sicuramente sempre alta (poi gli errori erano sempre dietro l’angolo…), ma con costi di promozione e di grafica ovviamente molto più contenuti.

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Da Carucci al duo Longhi/Vanni, ha collaborato con molti autori che hanno intrapreso una collaborazione nel settore, chi per qualche anno e chi per una sola sigla. Come sono state le esperienze e il lavoro di squadra?

Tendenzialmente sempre ottimali, non ricordo contrasti con gli autori/compositori che facevo lavorare.

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Come produttore, partecipava attivamente alla registrazione di una sigla? O nel mixing, in altre fasi di evoluzione o aveva il ruolo di supervisione finale?

Dipendeva da diverse variabili. In primis la mia disponibilità, avendo come precedentemente detto, un filo di cose nella realtà da affrontare quotidianamente. Tendenzialmente la prima parte di produzione, quella legata alla realizzazione del brano, la lasciavo gestire ai musicisti e di volta in volta ascoltavo i working progress e davo indicazioni su eventuali modifiche da apporre al brano, sia di natura prettamente musicale che anche editoriale. Il lavoro in studio, di finalizzazione con cori o altri musicisti ed il canto dell’artista, lo seguivo In prima persona. Volevo e dovevo farlo, poiché controllo qualità, ma anche controllo del budget, erano realtà primarie e sotto la mia responsabilità.

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Ha mai partecipato come musicista in una delle sigle da lei prodotte?

No mai, anche se sono un musicista (diplomato). Con l’azienda i patti furono molto chiari sin dall'inizio. Non si fa la spesa, poi si cucina, si mangia, si sparecchia … non è cosa. I ruoli dovevano essere ben definiti, pertanto non ho mai suonato neppure un trentaduesimo… semmai solo pause.

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C'è un ricordo particolare che vorrebbe condividere riguardo la produzione di un brano o di un album?

Beh, come non ricordare la volta in cui mi venne l’idea di far cantare, per una sigla di un cartone animato, assieme a Cristina D’Avena, una ragazzina molto giovane in una situazione di salute molto delicata. Fu il trionfo dell’anima, dei sorrisi, delle lacrime, avevo dato felicità ad una ragazza che sino al giorno precedente era in una stanza d'ospedale giustamente a piangere e disperarsi… Oppure, quando venni chiamato da una fondazione milanese per produrre e far cantare un brano a dei ragazzini seriamente ammalati. Anche qui i sorrisi e la felicità cancellarono per qualche momento le cose brutte della vita. Potere della musica. Ricordi questi che conservo molto orgogliosamente.

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Le è mai capitato una “svista” con un prodotto terminato? Per esempio, Cristina D'Avena e i tuoi amici in TV 2004 (nella versione in MC) riporta alcuni errori, come le dicitura “per la prima volta su mc/cd” e il 2003 come anno di produzione. Immagino che non sia l'unico a supervisionare il prodotto.

Come ho precedentemente affermato, l’errore ci attendeva dietro l’angolo. La scusante, a differenza di altre case discografiche, era che noi non eravamo solo una casa discografica, ci occupavamo del fabbisogno di tutta l’azienda. Pertanto l’angolo discografia era una delle tante realtà che dovevamo gestire in contemporanea al resto delle produzioni TV. Ci mettevamo la massima attenzione, ma… solo chi non fa nulla non sbaglia mai… si dice così no? L’unico mio cruccio è che queste dinamiche allora, non potevo utilizzarle come scusanti di questo o quel problema. Portavo a casa e stop.

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Nel 2009 uscirono due cd promozionali con le basi musicali delle sigle. Fu una produzione destinata ai due volumi o c'era l'intenzione di continuare sulla stessa linea?

No, quella fu un’iniziativa della Direzione Musica che tra l’altro io non apprezzai molto. Per fortuna si concluse quasi subito. Se do la caccia quotidianamente al mercato delle cover che sono realizzate con campionamenti di  cori ed altro originali, non posso poi mettere in vendita le mie basi originali, è un autogol incredibile.

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Negli ultimi anni nelle edicole si trovano le ristampe in vinile di alcuni album o intere discografia. Non si è pensato ad una collana editoriale di Fivelandia o dei 45 giri?

No, all'epoca lo avevo pensato, ma i costi di produzione erano troppo elevati

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Con il passaggio di Cristina D'avena alla Warner, RTI non ha pubblicato molto. Sarebbe una possibilità di rispolverare vecchie produzioni e ridare al pubblico, come lei fece tra il 2006 e il 2010.

Non saprei. Vede, io tutto ciò che ho fatto l’ho fatto sempre e solo con entusiasmo e credendo fermamente in ciò che stavo facendo. Spero che i miei successori abbiano la capacità artistica e trovino gli stessi stimoli… Come dissi loro accomiatandomi: “Ragazzi, vi lascio una Ferrari con le chiavi inserite… bisogna saperla guidare bene, altrimenti si esce di pista…”.

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Le ristampe dei primi dieci volumi di Fivelandia, le colonne sonore dei telefilm di Cristina, alcuni monografici: furono pubblicate a richiesta dei fans o dalla Struttura Musicale?

Dirle che non ci giunse qualche incoraggiamento a procedere in tal senso non sarebbe francamente corretto. Io ho sempre ascoltato tutto e tutti. Poi però ho sempre deciso di testa mia, anche sbagliando… Non nego che la ripubblicazione dei Fivelandia con copertine diverse fu una decisione poco funzionale, pertanto cercai di tornare sui passi della storia ripubblicando le copertine originali.

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Molte canzoni di Cristina sono state rimasterizzate a distanza di anni. E tante ancora che i fans sperano di avere su un album. Però può succedere che per questioni di diritti alcune canzoni non possano ancora essere pubblicate, nonostante abbiano accompagnato il cartone in TV. Che processo deve avere una sigla per essere pubblicata?

Le dinamiche sono molte, a volte difficili da spiegare e non tutte scontate. Spero in futuro di poter essere ancora nei cuori dei fans di Cristina, magari con qualche sorpresa…

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Nella sua produzione si è notato un cambiamento anche nelle copertine: assenza, o quasi, dei disegni dei cartoni, e un'immagine di Cristina indirizzata ad un pubblico non solo di bambini. Un processo quasi immediato e ben riuscito.

Vede, come sempre anche qui ho ci ho messo tutto me stesso, compatibilmente con tutto il resto che dovevo produrre. L’album a cui sono più affezionato è sicuramente Cristina D'Avena e i tuoi amici in TV 18. C’era in me la volontà precisa di dare nuova linfa a Cristina cercando di farle cambiare look. Ci sono riuscito sicuramente nella copertina, credo pure con ottimi risultati. Purtroppo il cambiamento si è limitato a quell'evento. Penso che se Cristina avesse seguito la strada che le avevo tracciato, avrebbe trovato un riscontro maggiore anche nei più giovani. Anche l’occhio vuole la sua parte. Ma questo è… e con in "se" ed i "ma" non si va da nessuna parte.

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È mai successo che un arrangiamento di una sigla sia stata influenzata da un altro brano di successo? Le faccio un esempio: Mack, ma che principe sei? somiglia molto a Can’t get you out of my head di Kylie Minogue.

Onestamente non ricordo nella mia gestione la realizzazione di sigle aventi grosse somiglianze con altri brani, se non nel mood in alcune di esse.

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Alle sue spalle ha una carriera con i fiocchi. Ha suonato con l'orchestra RAI, l'orchestra sinfonica di San Remo, al Teatro della Scala, alla Fenice, solo per citarne alcune. Produce circa 30.000 produzioni musicali per la TV, fino ad ottenere nel 2015 il premio Lavagnino come Produttore musicale televisivo dell'anno. Non si ferma mai...

No, la musica per me è vita, è gioia. Affronto tutti i miei lavori, piccoli o grandi, sempre con entusiasmo e massima attenzione volta alla qualità. Sono un perfezionista. I miei ritmi lavorativi superano spesso le dieci ore al dì, ma quando c’è passione c’è tutto. Io mi reputo una persona fortunata, poiché ho profondamente amato il mio lavoro, prima quando insegnavo musica alle medie e affrontavo i miei amati e scatenati alunni, poi quando ho suonato nelle Orchestre più importanti d’Italia, sfidando ogni volta gli spartiti di Mozart, Mahaler, Beethoven, Stravinsky, Brahms. Infine nel magico mondo dell’audiovisivo, partendo in punta di piedi, da consulente musicale sino ad arrivare lì dove sono arrivato e rimasto per ben 31 anni, affrontando ritmi di lavoro e di stress inimmaginabili. Ho comunque lasciato persone splendide, con le quali ho condiviso tutto, ma era arrivato il momento di mettersi cappello e cappotto, salutare ed uscire verso una nuova vita. Mediaset, dico sempre, che è un tatuaggio indelebile nel mio cuore. Ho avuto la fortuna di costruire una struttura di produzioni musicali che è stata per un trentennio il fiore all'occhiello, invidiata dai competitor Rai e Sky. Serietà, professionalità, disponibilità e gentilezza sono sempre stati i valori che ho cercato di trasmettere a tutti coloro i quali hanno collaborato con me. Insomma, ho lasciato un po’ di tracce di me. Ancora oggi, accendendo quelle reti, l’80%  di ciò che è in onda, del repertorio RTI, ho avuto la fortuna di produrlo io.

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Nel 2017 lascia Mediaset per fondare l'etichetta Fonoplay, producendo artisti come Aleandro Baldi o Simone Frullio. Ci racconta com'è nata la società?

L’ultima sfida è la Fonoplay, una società che ho fondato da pochissimo tempo, utilizzando il marchio storico creato da mio padre. Se andate sul sito www.fonoplay.it, troverete descritte tutte le attività di una società nuova nel suo genere, perché in grado di erogare un’innumerevole quantità di servizi musicali in termini veloci, performanti e molto competitivi anche dal punto di vista commerciale.

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Quali produzioni future ascolteremo firmate Paolo Paltrinieri?

In questo momento sto preparando l’uscita a breve di cinque singoli, uno più interessante dell’altro: Aleandro Baldi con la giovanissima Carlotta Bianchini, Simone Frulio, Jessica Lupo, Zen ed infine Cristina B.& WOPU.

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di Massimo Banin

Foto © proprietà del produttore

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