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Intervista al Maestro Franco Fasano

 

Quando ho preparato le domande per il Maestro Fasano, devo dire che l'ho fatto con molta emozione. Seguivo il Maestro Fasano ancor prima delle sue composizioni per le sigle (il suo primo album che comprai fu Tempo al tempo del 1992) e come compositore ha scritto fantastiche melodie per Mia Martini, Mina (per citarne alcune) e il famoso brano Ti lascerò che vinse il Festival di Sanremo con Fausto Leali e Anna Oxa.

In questa intervista scopriremo delle vere chicche per gli appassionati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quale fu il suo primo brano che venne realizzata come sigla?

Il primo incarico che Alessandra Valeri Manera mi ha affidato fu la sigla di Calimero. Proposi la mia idea che venne, per cosi dire, "rimandata a settembre", anche se eravamo ai primi di marzo. Era un cartone di punta e ci voleva una musica semplice ma efficace. Allora, forse per farmi fare un po' di esperienza, Alessandra mi affido' un cartone che titolo migliore non poteva avere per iniziare la mia collaborazione con lei: Allacciate le cinture, viaggiando s'impara e Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare.

 

C'è un ricordo, o un dietro le quinte, che ci vuole raccontare a proposito?

Non avevo mai scritto apposta una canzone per una sigla di cartoni animati. Gli unici due indizi erano il titolo e il fatto che avrebbe dovuto cantarle Cristina D'Avena. Non sapevo da che parte iniziare. Sapevo pero' che Cristina era molto duttile in qualsiasi genere. L'importante era scrivere nella sua tonalità. Non avevo mai lavorato con lei. Decisi cosi di prendere spunto da una delle canzoni più allegre che avevo scritto da ragazzo e che partecipo' al Festival di Sanremo del 1982 vendendo oltre 350.000 dischi: Ping-Pong, che cantò Plastic Betrand. Trasformai quel twist in un rock 'n roll ancora più leggero con tanto di sax nell'arrangiamento, mentre i meravigliosi cori erano de I piccoli Cantori di Milano diretti da Laura Marcora, che si sono prestati a tipici vocalizzi anni '60! Più nelle mie corde l'atmosfera di Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare, dove invece mi sono ispirato a Heal the world di Michael Jackson.

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Ci risulta che i brani sottoposti a più provini siano Beethoven e Nel covo dei pirati con Peter Pan. Le precedenti versioni proposte sono state poi utilizzate per altre sigle o scartate definitivamente?

E' passato qualche anno e ricordo che spesso Alessandra mi consigliava di cercare di migliorare i brani. Probabilmente Nel covo dei pirati con Peter Pan e Beethoven sono tra le canzoni non approvate alla prima proposta. In ogni caso quando un'idea musicale non funzionava veniva automaticamente cestinata. Non ricordo di aver mai riciclato una sigla. Quella che però oggi ricordo con più "preoccupazione" e soddisfazione fu la storia di Calimero. La gestazione durò più di sei mesi, senza fretta. Finalmente avevo trovato la versione che più mi convinceva, ma mi venne clamorosamente bocciata, quasi al punto di arrendermi. Alessandra mi disse: "Tu sei troppo legato al tuo ricordo di Calimero, quello di Carosello!". Mi ha aperto un mondo. Mancavano pochi giorni alla messa in onda e lei era convinta che il pezzo dovevo scriverlo io. Questa iniezione di fiducia mi fece uscire dal suo ufficio con una responsabilità alimentata dalla sua stima per me e dal mio rispetto per lei e la sua grande esperienza in merito. Ricordo come fosse adesso che la chiamai mentre stavo tornando a casa e le cantai: "CO COCCO CO CO CO CO COCCO CO. CALIMERO DANCE". "Perfetto - mi disse Alessandra - allora venerdì convoco Cristina per cantarla". E io: "Ma Ale, manca la strofa!". E lei: "Ci vediamo venerdì alle 16.00 in studio. Mi raccomando, tanti cori!". Cristina vinse il disco di platino con oltre 100.000 dischi venduti.

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Contrariamente, c'è un brano che scrisse di getto?

Sicuramente Ascolta sempre il cuore Remi, ma anche Piccoli problemi di cuore, Evviva Zorro, Spicchi di cielo tra baffi di fumo, Beethoven, Il laboratorio di Dexter.

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Molti fans di Cristina l'hanno indicato come degno "erede" del Maestro Carmelo Carucci.

Carucci è stato il capostipite di uno stile che ha saputo evolvere dai Maestri Martelli figlio e padre. Quest'ultimo specializzatosi per la musica dedicata all'infanzia già con Lo Zecchino d'Oro, quello in cui Cino Tortorella e Mariele Ventre hanno saputo far entrare nella storia. Personalmente credo di aver messo a disposizione la mia creatività, semplice, istintiva, ma anche attenta al particolare, cercando di raccontare l'atmosfera della storia evitando di stereotipizzare le mie musiche. Non so se ci sono riuscito, ma se ci pensate bene tra Calimero, Piccoli problemi di cuore, Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo, Beethoven, Papyrus o Rossana, per citarne alcuni, non sembrano scritti con lo stampino. 

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Nella sua ultima raccolta, Fortissimissimo, ha inciso una sua versione di Piccoli problemi di cuore: ha pensato subito a questo brano o ha dovuto sceglierla tra le altre sigle che parlano d'amore?

La storia di Fortissimissimo è straordinaria. Ho scelto di invitare al mio compleanno i musicisti e gli arrangiatori che in oltre trent'anni hanno contribuito a rendere la storia della mia musica di successo. Ognuno di loro ha scelto qualcosa di mio con la regola che non avrebbe dovuto essere il brano arrangiato all'epoca. Sergio Conforti e Marco Guarnerio hanno scelto Piccoli problemi di cuore (probabilmente scelti dalle loro fidanzate cresciute).

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A quale sigla si sente più legato?

Tante. Tutte quelle già citate, ma anche Un'oceano di avventure, Fleek-Stravaganza e I figli dei Flintstones, perché ho lavorato con Pietro Ubaldi, che ritengo essere un cartone animato in carne ed ossa (più carne che ossa), con il quale sono diventato grande amico, e Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo perché penso che sia un piccolo capolavoro non solo come sigla, ma come è stata realizzata grazie anche alla collaborazione con Marco Mojana per quanto riguarda l'arrangiamento vocale della parte in latino.

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Non ha mai pensato, insieme ad Alessandra Valeri Manera o a Cristina D'Avena, di realizzare un album che non siano sigle?

No. Pero' potrebbe essere un'idea!

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In ogni pagina dedicata a un brano, cerco sempre di inserire più credits possibili, ma si sa che a volte RTI non pubblicava molto dati a riguardo: ci può dire quali sono stati i musicisti con il quale ha collaborato?

Sono troppi e dimenticarne qualcuno mi spiacerebbe. Uno però lo voglio ricordare. Avevo deciso di mettere anche i cori "adulti" nella versione integrale di Calimero. Mi trovavo in macchina, in Piazzale Loreto, per ascoltare un amico corista che volle un brano da me per presentarsi a Sanremo. Sbagliai cd e parti il provino di Calimero! Lui impazzi e decise di unirsi ai grandi coristi che ho sempre chiamato (Marco Ferradini, Moreno Ferrara, Silvio Pozzoli, Paola Folli e Lalla Francia). Chi era? E' Alex Baroni.

  

Esistono basi o versioni strumentali delle sigle da lei composte che poi sono state pubblicate da qualche parte (ad esempio Vincenzo Draghi realizzò due album per la vendita digitale in cui rifece le sue sigle più famose)?

Non che io sappia. Avevo un'idea in merito, ma è ancora li nel cassetto.


Le pongo un mio dilemma riguardo la sigla I figli dei Flinstones: nei vari album lei viene indicato come compositore, mentre nell'archivio online della SIAE risulta anche come autore del testo. A quale dei due ci affidiamo?

Devo andare a controllare. Probabilmente avendo scritto il brano insieme a Grottoli e Vaschetti è stata mantenuta l'idea de "Il mambo della clava". Valeri Manera è molto onesta e deve averci riconosciuto una parte della quota autore.

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Tra le tante canzoni che ha scritto per lo Zecchino d'Oro, ce n'è una che mi commuove sempre, ovvero Batti cinque (4/4 di silenzio). Devo ringraziarla personalmente perché ne ha realizzato una versione meravigliosa per la sua raccolta Scherzando scherzando.

Federica D'Andrea e Stefano Maiuolo oggi sono due ragazzi, bravissimi e preparati che purtroppo non hanno vita facile con la musica: Sono certo pero' che se la caveranno comunque.

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A quali progetti sta lavorando attualmente?

Mi considero Un cane sciolto, come diceva una mia canzone, anche questa di una fortunata fiction andata in onda su Rai uno nel 1990 con Sergio Castelletto e diretta da Giorgio Capitani. Per ora scrivo e porto in giro la mia storia live; da solo o accompagnato da musicisti straordinari con i quali mi diverto a suonare e cantare ancora come quando ero agli esordi.

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La ringrazio di cuore per averci dedicato un po' del suo tempo, e vorrei salutarla cosi: Grazie Fortissimissimo Maestro!

Grazie a te e spero tu possa organizzare presto un mio concerto a Londra tutto dedicato a "NOI, ragazzi di sempre". (l'intervistatore vive a Londra, ndr)

fff

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di Massimo Banin

Foto © proprietà dell'autore

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