Intervista ad Alessia Spera
Le sigle e canzoni dei cartoni animati hanno visto negli anni molteplici professionisti di alto livello che si sono messi in gioco per creare musica e parole che accompagnassero quelle immagini che scorrevano un tempo in televisione. Quel lavoro, però, non si è fermato lì ed è stato di ispirazione artistica per molti spettatori e spettatrici!
L’intervista di oggi è dedicata a una di loro: Alessia Spera, che da anni, tra le altre cose, è autrice della maggior parte delle canzoni della LoVa Music (Longhi-Vanni).
Ciao Alessia, prima di tutto grazie per la tua disponibilità! Autrice, Social media manager, giornalista musicale, ma c’è sicuramente tanto altro: chi è Alessia Spera?
Grazie a te, Marco, per l’invito. Ma che bella presentazione! Allora, Alessia Spera è prima di tutto un’appassionata di sigle, orgogliosa di essere fan di questo mondo musicale, e infatti adesso ho maturato quella consapevolezza che mi permette di far combaciare il chi sono con il chi voglio essere. A scuola sono sempre stata brava in tutte le materie e quindi so fare di tutto: dai siti web alla grafica, dalla composizione di musica elettronica al marketing, però poi va a finire che non sei né carne, né pesce, con non poche crisi esistenziali, e quindi, forse, è meglio non essere così secchioni. Ahah!
Mi rivedo tantissimo nelle tue parole, forse è anche generazionale? Chissà! In genere, com’è funziona il tuo processo creativo?
Siamo un po’ tutti figli di Alessandra Valeri Manera, quindi la nostra passione per le sigle è sicuramente generazionale. Per quanto riguarda la scrittura dei testi, ci sono principalmente due modalità: se Giorgio ha già un’idea melodica forte, mi manda un audio con chitarra e voce (in inglese inventato), sul quale poi io vado ad aggiungere le parole. Altrimenti, sono io che dopo essermi documentata scrivo delle frasi guida, degli hook a cui lui si aggancia per elaborare una melodia iniziale. Per quanto riguarda invece le creatività social, Federica Paradiso mi dà tutte le indicazioni oppure, come nel caso dei teaser di Death Note, sono io che ho fatto delle proposte che poi Federica ha strategicamente adattato.
Parlando con Federica poco prima dell’uscita del singolo, mi aveva detto che l’idea di quel teaser fosse tua. Per come è stato annunciato ho pensato non ci fosse modo migliore, andando così a chiudere perfettamente il cerchio di quella famosa intervista. Ti viene in mente qualche esempio dove tu hai fornito “l’uncino” per qualche melodia?
Grazie Marco, ci tengo molto alla mia attività di “assistente social” prima che arrivasse Federica. La maggior parte delle mie mansioni era dietro le quinte, quindi da fuori non spiccavano, però ho dedicato davvero tutto e mi sarebbe piaciuto occuparmi di più dei contenuti, ma ho avuto modo di farlo dopo, come in questo caso. Allora, contributi melodici no, magari ho buttato giù qualcosa per presentare qualche verso in cui magari la metrica non era comprensibile solo leggendo il testo, però poi Giorgio è proprio un maestro in questo e quindi fa tutto lui.
Da diversi anni sei parte del team della Lova Music di Max Longhi e Giorgio Vanni. Come è nato il vostro incontro (professionale e non solo)?
Quando avevo 16 anni ho conosciuto Giorgio, Max e Fabio Gargiulo (il team Lova di allora) da semplice fan. Mi hanno invitato nel loro studio di registrazione e io avevo scritto una letterina da fan (stupida e adolescenziale ^-^’). Non avrei mai immaginato che il giorno dopo Giorgio mi avrebbe chiamato per dirmi: “Alessia, tu scrivi benissimo. Devi fare questo nella tua vita!” e dopo qualche anno mi ha chiesto di scrivere la sua biografia ufficiale per il Lucca Comics del 2009. Giorgio, Max e Fabio mi hanno, fin da subito, dimostrato un affetto incredibile e hanno sempre creduto in me... e per questo li ringrazierò a vita!
Negli ultimi anni, ci hai regalato diversi testi per le loro musiche, ma il primo, probabilmente, lo hanno ascoltato romani e turisti… mi riferisco a Luneur Park, della quale ho sempre apprezzato tantissimo l’attacco del ritornello! Ce ne parleresti?
In realtà, è curiosa questa cosa che mi dici, perché non l’ho scritta io. Non mi occupavo ancora di testi, ma assistevo Giorgio con i social. Ho scritto, invece, la canzone del parco divertimenti Movieland. Comunque Luneur Park è bellissima, la adoro anch’io!
Che strano, eppure ne ero così convinto! Allora il tuo debutto arriva con Sole e Luna, dove il tuo nome viene affiancato a quello di colei che, senza ombra di dubbio, ci ha portato a parlarci in quest’intervista: Alessandra Valeri Manera. Dev’essere stato per te un momento incredibile, ti va di parlarcene un po’?
Sole e Luna, anche se è molto carina, non è una canzone che amo, ma vedere nel videoclip il mio nome vicino a quello di Alessandra Valeri Manera, per me, è il più grande onore ❤️ e sicuramente il ricordo più importante che mi ha lasciato questa canzone. Purtroppo non ho mai avuto modo di conoscerla. Lei è la madre di tutto quello che esiste e che amo tantissimo!
Nonostante il nome di Alessandra sia presente nel video, però, non è invece presente in SIAE, come mai?
Per continuità avevamo il piacere che ci fosse la firma di Alessandra Valeri Manera, ma poi da grande signora qual è, ha pensato che il testo fosse perfetto così come l'avevo scritto io. Comunque, ripeto, vedere il mio nome vicino al suo, per me, sarebbe stato ed è il più grande onore.
Tra le altre esperienze, hai scritto anche la sigla per una serie in animazione ancora in via di sviluppo e per un personaggio dal forte potenziale comico, Alpacarl The Alpacop. Com’è stato? Io non vedo l’ora di sentirla completa!
Alpacarl The Alpacop è stata la mia prima vera sigla per un cartone e, quindi, sono molto affezionata! Spero vivamente che possa presto uscire tutta la serie, perché è fortissima e poi è made in Italy. Il disegnatore e ideatore Gabro Nicolosi è bravissimo e mooolto simpatico, proprio come i personaggi che ha inventato. La canzone è nata con un messaggio su WhatsApp di Giorgio che, accompagnato dalla sua inseparabile chitarra, mi canta “Io non credevo che fosse possibile… beh, il resto fai tu!” (ride). In questa canzone anche il contributo e le dritte di Daniel Tek sono state per me molto importanti.
Se non ricordo male il bridge originale era meno focalizzato sul lavoro di squadra e più sul personaggio di zia Placida, dico bene? E In merito a questo, tu personalmente come ti trovi a lavorare in team?
Esatto, ti ricordi tutto! Mi trovo benissimo! Sia Giorgio che Max hanno sempre tenuto molto al concetto di squadra e dell’amicizia che si forma al suo interno. La primissima cosa che mi ha colpito di Federica Paradiso è proprio la sua capacità di relazionarsi con tutti i collaboratori, coordinandoci tutti e allo stesso tempo facendoci sentire a nostro agio. Lei è il mio “Paradiso” (ride).
Ripensando a Onda dopo Onda, ci sono differenze nello scrivere un testo che verrà recitato da uno che invece verrà cantato?
La parte recitata dal mitico Pietro Ubaldi credo sia proprio di suo pugno. Io mi sono dedicata alla fine della prima strofa e a tutta la seconda strofa, poi il resto l’ha scritto il DJ Matrix. Comunque ogni stile ha una sua metrica specifica, quindi sì è molto diverso il lavoro che c’è dietro. Bisogna stare attenti alla resa sonora, che tutto scorra liscio.
Nel 2020 la tua creatività si ritrova ad attingere dalle vite di tante persone sparse in tutt’Italia, per il progetto The Ciurma Song. Sembra raccontare di tempi molto lontani, eppure è appena successo. Ho trovato molto interessante come riesca a spezzare momenti di serietà ad altri più divertenti, senza mai banalizzare. Che ricordi hai?
Grazie, sei sempre molto acuto nelle osservazioni. La canzone nasce da un’idea di Federica Paradiso, che mi ha letteralmente inondato con tutte le frasi scritte dalla Ciurma, che poi io ho assemblato in una metrica inventata da me (non so come!?), praticamente in un pomeriggio la prima strofa e il ritornello, e solo dopo è nata la musica, sul mio canovaccio. Non è stato per niente facile ma molto stimolante, perché le frasi erano assurde, ma estremamente artistiche e con una grande potenza espressiva. Insomma, rendevano proprio l’idea del periodo che stavamo vivendo.
Si tratta di una vera e propria tecnica letteraria, si chiama cut-up e consiste nel ritagliare parole estrapolate in maniera sparsa o da contesti diversi e ricomporle per creare una nuova opera. La usa molto Manuel Agnelli nelle sue canzoni, ad esempio.
Grazie per la spiegazione tecnica! A oggi, i miei testi preferiti sono Quando il tuo nome è su Death Note e Pokémon Arceus - Un nuovo inizio. Ci racconti qualche dietro le quinte?
Sono anche i miei preferiti. Beh, posso dirti che il testo di Death Note è in realtà la primissima bozza. Io l’avevo totalmente riscritto, ma Giorgio ha voluto la prima versione ed ero nel panico, perché per me era pieno di cose da aggiustare e, invece, adesso mi rendo conto che è perfetto così. È una canzone che ho voluto fortemente per mantenere fede alla richiesta fatta dallo Youtuber Dario Moccia in un video del 2014, se non sbaglio. Ho convinto Max e Giorgio e dal 2017 a oggi, ogni minimo ritaglio di tempo pensavamo a questa canzone: buttavamo giù melodie, testi, idee infinite e totalmente diverse una dall’altra. Invece, Pokémon Arceus mi è venuta proprio spontanea. Mi sono documentata tanto, ma poi in pochissimo tempo ho scritto prima il bridge e poi tutto il resto e Cydonia e Sabaku no Maiku hanno apprezzato tantissimo il risultato.
Hai qualche ricordo legato alle sigle che ascoltavi quando eri più piccola?
Ricordo che facevo cantare a mia nonna i cori di What’s my destiny Dragon Ball e dirigevo genitori e zii, affidando a ciascuno una parte in Rossana. Li tormentavo ma io mi divertivo un sacco. Hihihi!
Posso immaginare e secondo me si divertivano molto anche loro! Ti è mai capitato di non essere pienamente convinta di un testo, cambiando idea dopo averlo sentito cantare?
Sempre (ride)! Non sono mai soddisfatta di me, poi Giorgio mi dice che è perfetto così o, caso mai, mi dice lui cosa non lo convince.
Visto che sei una grande fan, non posso non chiederti quale sia la tua sigla preferita… ma visto che è difficile puoi citarne anche tre!
Te ne posso citare 100? Ahah, no, scherzo. Anch’io vado a periodi. Se me l’avessi chiesto quand’ero bambina, ti avrei risposto Rossana e I colori del cuore (non è una sigla, ma la canta comunque Cristina D’Avena). Poi io sono più da nicchia, quindi ti dico queste tre e l’ultima è in assoluto la mia canzone, non sigla, preferita: Roswell Conspiracies (che non so mai come si scrive XD ), Tommy e Uno di noi.
Dopo Toon Tunz, due delle tue canzoni sono finite insieme a grandi classici di Giorgio e Max in Uno di noi. Hai partecipato anche tu in qualche modo al progetto?
La canzone Uno di noi è rimasta nel cassetto tanti anni, io avevo contribuito all’idea di alcuni video su Facebook nel 2015, ai quali sono molto legata, ma poi i tempi non erano ancora maturi e quindi abbiamo abbandonato il progetto, che adesso invece ha trovato il suo giusto spazio e sono felicissima, perché come ti ho detto prima è decisamente la mia canzone preferita! Io non c’entro niente, questa canzone è un figlio di Giorgio e Max ed è magica proprio per questo.
Li ricordo benissimo! Mi sono chiesto durante questo periodo se avrebbero avuto un collegamento con ciò che alla fine è diventato. Ero curiosissimo di vedere come sarebbero stati coinvolti gli ospiti come Pacotto e Garbolino. Ci sono nuovi progetti di cui puoi anticiparci qualcosa?
Con Giorgio la realtà sa essere molto più fantasiosa di qualsiasi sogno esprimibile, quindi da un giorno all’altro succedono cose o arrivano proposte che non avrei mai potuto immaginare prima. Vedremo, chissà… Intanto seguo il mio progetto individuale @animevoce a cui presto darò la luce.
E non vediamo l’ora! Grazie ancora Alessia!
Grazie a te!
Social Alessia Spera
Instagram @animevoce
Autore logo Alessia Spera/Animevoce: Matteo Brizio (docente Lucca Manga School)
Instagram: @matteo_dodo